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A me le star

Intervista a Angelo Perrone

uffici stampa

02.07.2001 - Autore: Valeria Chiari
Ha iniziato frequentando la facoltà di giornalismo a Milano mosso da una grande passione per la scrittura. Ma il contratto con una rivista musicale lo conduce su di una strada completamente diversa. Lincontro con Raffaella Carrà per una intervista porterà Angelo Perrone a diventare uno dei press agent più conosciuti in Italia. Ufficio stampa di personaggi dello spettacolo come Maria Grazia Cucinotta, Francesca Neri, Sabrina Salerno o la modella americana Elle McPherson, Angelo si occupa anche di promozione cinematografica lavorando a fianco di personaggi internazionali come Woody Allen, Demi Moore o Kenneth Branagh. Lo abbiamo incontrato nella sua bella casa a due passi da piazza Navona.   Quali sono secondo lei le caratteristiche più importanti per essere un buon Ufficio Stampa cinematografico? \"Innanzi tutto passione per il cinema, che non deve essere per forza una conoscenza approfondita. Io per esempio quando ho iniziato avevo forse una miglior conoscenza del mondo televisivo, mentre invece non avevo molta dimestichezza con personaggi come Emir Kusturica. Ma è importante che ci sia tanta passione e determinazione.\"   Cosa è più interessante per lei la promozione di un singolo personaggio o di un film? \"Io mi diverto di più quando mi occupo delle persone. Creare meccanismi di comunicazione attorno a personaggi come Francesca Neri o Maria Grazia Cucinotta è divertente e richiede una bella dose di creatività. Occuparsi di un film invece è più complesso ed è soprattutto legato a quello che il film riesce ad ispirarti. In questo campo sono stato abbastanza fortunato perché sono riuscito sempre ad occuparmi di film diversissimi come magari quello dei fratelli Vanzina e subito dopo lultimo di Branagh o di Woody Allen.\"   Ma cosa fa esattamente lufficio stampa di un personaggio? \"Il press agent deve focalizzare i modi per valorizzare il lavoro del personaggio di cui si occupa. Cercare di metterlo in risalto un po a prescindere da quello che fa, attraverso giornali, riviste, servizi fotografici. Quando ho iniziato ad occuparmi di Maria Grazia Cucinotta non aveva fatto quasi nulla a parte qualche partecipazione a programmi di varietà. Fu una grande conquista a farle dedicare un servizio di 5 pagine da Max, solo perché era bella. Poi quando arrivò il film di Troisi ovviamente tutto fu molto più facile.\"   Un lavoro così deve per forza creare rapporti più stretti con gli attori o attrici che segue? \"Beh, certo. Normalmente si instaura anche una certa familiarità, un insieme di amicizia e stima, che va al di là delliniziale rapporto di lavoro. Ma non succede sempre. In alcuni casi i rapporti possono restare esclusivamente professionali.\"   Tornando alla promozione cinematografica, accetta in maniera indiscriminata i film che ti propongono oppure fa una scelta? \"Indubbiamente devo sentirmi ispirato. Ma sono riuscito sempre a trovare idee particolari che potessero poi promuovere in modo interessante il film. Per esempio quando uscì Sirene con un ancor giovane ma già conosciuto Hugh Grant, ho preferito creare un evento attorno al personaggio di Elle McPherson che in Italia era praticamente sconosciuta. Ho fatto venire lei per la promozione del film e ho creato un movimento di informazione come se si fosse trattato dellarrivo di Claudia Schiffer. Alla fine tutti i giornali parlavano di lei, seguendone ogni passo. Con Elle ho lavorato anche in seguito, per la promozione della catena di ristoranti, il Fashion Cafè che aveva deciso di aprire con altre due modelle.\"   Che tipo di rapporto si riesce ad instaurare con questi personaggi che vengono in Italia il tempo duna conferenza stampa? \"Io devo dire di avere moltissimi bei ricordi di questi incontri. Da ognuno sono riuscito ad imparare qualcosa, ad avere un rapporto costruttivo seppur breve. Lincontro con Debra Winger per esempio lo ricordo con grande affetto. Venne per il film Dangerous woman e io ero particolarmente preoccupato perché si diceva fosse poco socievole invece si è dimostrata molto disponibile. Un rapporto idilliaco anche con Demi Moore, quando venne per Soldato Jane.\"   Ci sono stati momenti in cui si è trovato in difficoltà a causa dei loro capricci o delle loro richieste? \"Con gli stranieri quasi mai. Anzi si sono spesso dimostrati molto più pazienti e comprensivi di quanto in realtà dovevano. Per esempio quando portai Woody Allen in televisione a Domenica In per unintervista con Magalli, la tecnologia lavorò contro di noi: il microfono non funzionava e lauricolare gli scoppiettava nellorecchio. Non ha detto nulla, sorrideva pazientemente senza arrabbiarsi mai. Ci sono stati spesso incidenti di percorso, non tutto può andare sempre liscio. Debra Winger ha aspettato mezzora che Mara Venier si vestisse e Richard Gere è rimasto imbottigliato mezzora nel traffico della Flaminia andando ad una intervista del TG1.\"   Quali sono state le idee più originali che ha utilizzato per promuovere un film o un personaggio? \"Soprattutto una, quella di portare personaggi come Woody Allen o Richard Gere ospiti in trasmissioni televisive o in telegiornali. Allinizio si sono mostrati un po scettici perché non lo avevano mai fatto, neppure in America, poi invece dopo aver visto i risultati ne sono rimasti molto soddisfatti.\"   Ha cominciato con il giornalismo e con la passione per la scrittura, le manca oggi quella parte? \"No, non proprio. Ho passato tre stadi: giornalismo, televisione e poi cinema. Credo che non sarei diventato quello che sono oggi se non ci fossero stati questi passaggi.\"
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