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"Le disavventure di Margaret"

"Le disavventure di Margaret"

le disavventure di Margaret

14.06.2001 - Autore: Adriano Ercolani
Margaret (Parker Posey) dalla vita ha ottenuto tutto: appena laureata alla Columbia University, in un viaggio a Parigi ha incontrato Edward (Jeremy Northam), ed i due si sono innamorati a prima vista, sposandosi pochi giorni dopo. Dopo sette anni di felice matrimonio, Margaret ha pubblicato il suo primo libro, lo scandaloso diario segreto di una donna del diciottesimo secolo, ed il manoscritto è subito diventato un best-seller. Dopo una cena di gala in cui la scrittrice ha ritirato un prestigioso premio letterario, ed a cui hanno partecipato anche la sua amata sorella Till (Elizabeth McGovern) e lamica Lily (Brooke Shields), iniziano per lei i problemi, soprattutto coniugali: linizio di un nuovo romanzo, anchesso ambientato allepoca del precedente, la porta infatti ad interrogarsi sulla sua vita, su suo marito (docente alluniversità di New York e sempre circondato di avvenenti studentesse), sul suo lavoro e soprattutto sulla sua soddisfazione. La donna, sempre più insoddisfatta, desiderosa di nuove avventure (anche extraconiugali) e allo stesso tempo gelosa di Edward, parte alla volta di un convento francese, alla ricerca di materiale storico per il suo romanzo. Giunta nuovamente in terra di Francia, si reca subito al convento, dove scopre il voto di mutismo delle suore ma soprattutto incontra Martin (Patrick Bruel), avvenente tecnico del suono che deve registrare alcune canzoni del coro. Le fantasie della donna verso luomo si fanno sempre più scandalose ed insistenti, senza però portare a nullaltro che ad unaffettuosa amicizia. La donna torna a new York, dove laspetta il marito sempre più sospettoso ed irrequieto a causa della crisi matrimoniale e delle insistenze di una sua procace studentessa (Justine Waddell). Tra moglie e marito scoppia la definitiva bufera che li allontana, e Margaret si ritrova sempre più confusa sui suoi desideri, sulla sua identità di donna; ad aiutarla non concorrono poi Till e Lily, soprattutto dopo che ha scoperto che ai tempi del college le due avevano una relazione. Ormai la confusione ed il desiderio è talmente insopprimibile che Margaret finisce tra le braccia del dentista Lipi (Alexis Denisof), e poi scappa nel convento francese in cerca di serenità. Ma Edward sceglie di raggiungerla...   Il giudizio Il film è completamente sbagliato. Non riesce ad essere una commedia perché non coinvolge e non fa ridere, e non è assolutamente un melodramma perché quando tenta di esserlo inizia a far ridere sul serio. La confezione poi è insostenibile, con le musichette stomachevoli e la fotografia talmente patinata che ai lati dello schermo abbiamo avuto il sospetto, per un momento, che stesse colando del miele...   Il commento Si capisce che è arrivata la semi-desolante estate cinematografica quando le varie case di distribuzione iniziano a tirare fuori opere come questo Le Disavventure di Margaret (che è del 1998), sicuramente comprato nello stock in cui era contenuto qualche grosso film americano. Ora, capiamo benissimo che non farlo passare nelle sale rappresenterebbe comunque una perdita economica riguardo ai futuri canali ancillari, ma sinceramente questa pellicola ce la saremmo evitata volentieri. Quello che ci stupisce di più è il non riuscire a capire come attori che comunque hanno un certo richiamo vedi Parker Posey o Jeremy Northam abbiano potuto accettare di recitare in questo film. Tutta la storia è risibile, davvero senza mordente, e la costruzione dei personaggi certo non aiuta ad appassionarsi allesigua vicenda. Il culmine però il film lo tocca nella regia di Brian Skeet, che sceglie di usare una musica troppo di routine e soprattutto una fotografia in cui ogni inquadratura è ovattata come se fosse uno spot natalizio (od uno spot elettorale italiano...). Sommate tutti questi elementi, ed ancora non riuscirete a comprendere linutilità del prodotto. Vorrebbe essere una commedia sofisticata e non fa ridere (e non è sofisticata...), vorrebbe diventare ad un certo punto vagamente melodrammatica, ed allora inizia a far ridere dallo sconforto.    
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