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LA MATURITA' ARTISTICA DI JUDI "M" DENCH

Vi sono stati, nel corso degli anni, tutta una serie di attori di razza che però sono riusciti soltanto dopo una lunga carriera a trovare la propria dimensione e ad esprimere in pieno le proprie potenzialità.

Profilo Judi Dench

14.04.2003 - Autore: Adriano Ercolani
Vi sono stati, nel corso degli anni, tutta una serie di attori di razza che però sono riusciti soltanto dopo una lunga carriera a trovare la propria dimensione e ad esprimere in pieno le proprie potenzialità. Questo è il caso di Judi Dench, una delle caratteriste più apprezzate. Con ben quattro candidature ottenute nelle ultime cinque edizioni dei premi Oscar, è probabilmente lattrice più premiata degli ultimi anni. Il meritato successo e lapprezzamento della critica è arrivato, per questa grande attrice inglese, in età piuttosto avanzata, al termine di una carriera lunga e prolifica iniziata addirittura negli anni 60. Dopo una lunghissima gavetta in produzioni televisive e spettacoli teatrali, che le hanno valso una certa fama in patria, la Dench si è accostata al cinema in maniera più consistente negli anni 80, attraverso piccole parti in film di nicchia come 84 Charing Cross Road (id., 1986), e Enrico V (Henry V, 1989) di Kenneth Branagh, con cui reciterà anche in Hamlet (id., 1996). La prima affermazione internazionale è arrivata però a metà del decennio successivo, quando le è stato affidato il ruolo di M in Goldeneye (id., 1995), una delle puntate di 007 che ha riscosso maggior successo al botteghino. Da allora lattrice ha interpretato questo ruolo altre quattro volte, compreso il nuovissimo Die Another day (id., 2002), attualmente in lavorazione. A far scoprire al pubblico e alla critica il vero valore dlla Dench è stato però il regista John Madden, che lha diretta nel poetico La Mia Regina (Mrs.Brown, 1997), ruolo che le ha fruttato il Golden Globe come miglior interprete drammatica e la prima nomination allOscar. La statuetta le è stata consegnata però lanno successivo come miglior attrice non protagonista, per il ruolo della regina Elisabetta in Shakespeare in Love (id., 1998), ancora diretto da Madden. Judi Dench recita soltanto in pochissime scene, ma la sua interpretazione è stata talmente carica di ironia e di altera fierezza da convincere i membri dellAcademy a premiarla, fatto piuttosto raro per una parte così ristretta. Da allora la carriera della Dench è stata una sequenza ininterrotta di ruoli e partecipazioni in opere più disparate: labbiamo apprezzata in Un Tè con Mussolini (id., 1999) del nostro Franco Zeffirelli, oppure nel recentissimo The Shipping News (id., 2001) di Lasse Hallstrom, in cui recita accanto ad attori del calibro di Kevin Spacey, Julianne Moore e Cate Blanchett. Dal regista danese lattrice era già stata diretta nel bel Chocolat (id., 2000), favoletta che le aveva fruttato la terza candidatura allOscar. E proprio questanno è arrivata la sua ultima nomination per il ruolo della poetessa Iris Murdoch nellintenso Iris (id., 2001), in cui lavora insieme al bravissimo Jim Broadbent e a Kate Winslet. Ed i progeti futuri? La vedremo alle prese addirittura con il genio di Oscar Wilde e con la trasposizione di LImportanza di Chiamarsi Ernesto (The Importance of Being Earnets, 2002), per la regia di Oliver Parker.    
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