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Remo Girone ci racconta di Tano Cariddi

Dal 10 gennaio 2001, su Raidue in prima serata, Remo Girone torna a vestire i panni di Tano Cariddi nel decimo capitolo de "La Piovra".

Remo Girone

14.03.2003 - Autore: Stefano Finesi
Dal 10 gennaio 2001, su Raidue in prima serata, Remo Girone torna a vestire i panni di Tano Cariddi nel decimo capitolo de La Piovra. In che direzione si è evoluto il personaggio?   R.G.:\"Dopo due serie ambientate negli anni cinquanta, la decima torna ai nostri giorni: nei due capitoli precedenti Tano Cariddi era solo un bambino. Ora invece ci riallacciamo direttamente alla Piovra 7, al termine della quale il mio personaggio nascondeva dei dischetti contenenti tutti i segreti dItalia. Questa nuova serie riparte proprio da quei dischetti: Tano Cariddi diceva che bisognava nasconderli e aspettare il momento buono per poterli usare e allinizio lo vediamo ricevere la richiesta di dissotterrarli da parte del corrotto professor Ramonte. Tano Cariddi a questo punto è un uomo che, come dire, si è ritirato; soffre di incubi e ha quasi una doppia personalità. È un personaggio molto più contrastato rispetto a prima. Ha delle visioni del suo passato, non direi in forma di rimorso ma di allucinazione; il suo passato è diventato qualcosa che lui non sa più controllare. Egli ricerca quindi il potere su se stesso.\"   Come rientra in gioco dunque?   R.G.: \"Ramonte, che era il mandante dellassassinio del commissario Cattani, viene assolto al processo dappello e quando chiede a Tano Cariddi i dischetti questo gli risponde di non essere più interessato al potere ma solo a quello su se stesso, perché il potere è una malattia. Sì, gli replica laltro, è una malattia ma è anche la cura È così che Tano Cariddi decide di rientrare in azione, naturalmente non a favore di Ramonte ma a favore suo, come sempre. Tano Cariddi è un personaggio che ha un solo padrone: se stesso.\"   Qual è il motivo del forte coinvolgimento del pubblico verso La Piovra?   R.G.: \"In qualche modo La Piovra si rifà ai fatti della nostra cronaca e anzi cè da dire che proprio in questa serie cè il ritorno allattualità. Tanto più che quello che la mafia sta facendo proprio in questi giorni è smettere di fare stragi e attentati e cercare di lavorare in una maniera sommersa, quasi legale. A Palermo i giudici hanno ribadito recentemente che la mafia non è sconfitta, come alcuni sembrano pensare. E La Piovra ricorda anche che oltre la mafia ci sono società segrete e altri poteri occulti: i dischetti di Tano Cariddi potrebbero riuscire a far luce su tanti segreti, su tante stragi...\"   In tempi di revisionismo contro dietrologie e teorie del doppio stato sembra una scelta controcorrente   R.G.:\"Un po di dietrologia va fatta, soprattutto cercando di non perdere la memoria, perché il nostro paese sembra improvvisamente un paese dove non cè memoria di nulla. La funzione de La Piovra è anche cercare di tenere viva questa memoria: dopo dieci serie abbiamo una specie di patrimonio morale della Rai! Nel piccolo della fiction televisiva ci si riallaccia direttamente a quella tradizione del grande cinema italiano di impegno civile.\"   Forse riuscendo anche a stabilire un contatto più stretto con il pubblico....   R.G.:\"Certamente. Peraltro adesso cè questo bellissimo film, I cento passi (di Marco Tullio Giordana, ndr), che racconta la storia di Peppino Impastato: La Piovra questa storia già laveva raccontata, anche se certo senza fare il nome di Impastato. Nel settimo capitolo si raccontava di un ragazzo, proveniente da una famiglia collusa con la mafia, che denunciava e girava con una radio pirata dentro un camper, finendo ovviamente ammazzato...\"   A proposito di fiction televisiva: pensa che possa essere una buona fucina di talenti?   R.G.:\"Io credo che la fiction televisiva possa essere una grande palestra per i giovani registi. Cè anche da dire che in altri paesi questo passaggio tra televisione e cinema è già avvenuto, mentre da noi si tende a fare il contrario: si prendono registi di cinema che hanno difficoltà a fare film e gli si offrono lavori televisivi. Linterscambio potrebbe essere comunque maggiore, tanto più che di bravi registi televisivi ce ne sono. In Inghilterra la maggior parte dei registi interessanti, come ad esempio Winterbotton, proviene dalla televisione, visto che la Bbc produce molti film. In Francia fa lo stesso un canale come Arte, dedicato alla cultura e propenso ad accettare storie interessanti senza preoccuparsi troppo delle ricerche di mercato (che peraltro a volte non funzionano, fortunatamente!)\".    
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