NOTIZIE

La regina dei costumi

Intervista a Nana' Cecchi

Primo Cavaliere

09.04.2001 - Autore: Maria Stella Taccone
Si respira unaria particolare nel luminoso appartamento nel quartiere Trieste di Roma dove vive e lavora Nanà Cecchi, apprezzata creatrice di costumi per il cinema (\"Ladyhawke\", \"I cavalieri che fecero limpresa\"), per il teatro (\"Assassinio nella Cattedrale\" di T. S. Eliot, \"LAnniversario\" di Pinter) e lopera (\"Macbeth\" di Verdi, \"Elektra\" di Strauss, \"Le Martyre de Saint Sebastien\" di Debussy). Cè il profumo di terre ed epoche lontane nellaccogliente casa di Nanà, e poi di ricordi, quadri, oggetti di scena, dischi e tanti libri di costume, di storia, di teatro.   Le chiediamo di parlarci del suo ultimo lavoro, ennesima esplorazione nel mondo del Medioevo, \"I cavalieri che fecero l\'impresa\".   \"Avati desiderava rappresentare ne \"I cavalieri che fecero limpresa\" un Medioevo sanguigno e realistico. Una vera e propria sfida per me che lo avevo sempre frequentato attraverso il filtro della fantasia e della fiaba\".     Quali indicazioni le diede Avati per dar corpo ai cavalieri?   \"Mi disse di tenere molto alladerenza storica della rappresentazione e mi invitò a fare attenzione alle tonalità. Per la prima volta in vita mia lasciai i bozzetti in bianco e nero, facendo entrare il colore solo in un secondo momento\".     Si è sentita in qualche modo limitata dalle richieste di Avati?   \"No, anzi le ho prese come uno stimolo. Pupi mi ha aperto un nuovo mondo da esplorare\".     Quali difficoltà ha incontrato?   \"La difficoltà maggiore è stata controllare che i protagonisti comparissero in scena con labito trattato nel modo giusto al momento giusto\".     Trattato?   \"Sì. Per ciascun abito erano previsti una serie di procedimenti: dalligrassaggio, allinvecchiamento, alla scoloritura. Abbiamo creato un laboratorio apposito a questo scopo a Todi. Era importante infatti che nelle vesti dei protagonisti (sempre le stesse per tutta la durata delle riprese) si leggesse la loro storia e si riflettesse la loro evoluzione emotiva\".     Ha tenuto presente qualche modello visivo per dar vita a questo nuovo Medioevo?   \"Mi sono rifatta in parte al mix di sacralità e brutalità presente nellAndrej Rublev di Tarkovskij\".     Cosa le ha regalato lavorare a questo film?   \"La collaborazione con Pupi e il professor Cardini, consulente storico della pellicola, mi hanno regalato una scoperta che è stata la chiave di volta del mio lavoro per il film. Quale? Che la tunica bianca con la croce rossa dei Crociati era solo uninvenzione del Romanticismo. Apprendere che non esisteva ununica divisa ma che labbigliamento di ogni crociato cambiava a seconda delle sue possibilità economiche, della classe sociale dappartenenza e della nazionalità mi ha permesso di creare usberghi e cotte diverse luna dallaltra, dandomi grande soddisfazione\".       IL MEDIOEVO FANTASTICO DI LADYHAWKE   \"Trine e merletti? Non mi hanno mai attirato, meglio la maglia a ferro\", dice Nanà Cecchi, diventata famosa nellambiente cinematografico per gli originali costumi di \"Ladyhawke\".   Strano per una donna, non le sembra?   \"Sì, forse. Ma credo che in qualche modo fossi predestinata a vestire i cavalieri medioevali. Questa mia convinzione nasce dal fatto che fin dagli inizi mi sono trovata perfettamente a mio agio ad armeggiare con piastre di metallo e spade nelle fucine di alcuni artigiani fiorentini. Chissà, forse in unaltra vita ero un mastro spadaio!\".   Le prime armature per il cinema le ha fatte per \"I paladini\" di Giacomo Battiato, ma è stato grazie ai costumi realizzati per \"Ladyhawke\" che si è guadagnata letichetta di \"specialista in abiti medioevali\".   \"Ricordo quella di \"Ladyhawke\" come unesperienza straordinaria. Richard Donner, il regista, mi diede massima libertà, potei quindi reinventare lepoca in modo del tutto personale\".   Quale fu il motivo ispiratore del suo lavoro?   \"Trattandosi di un film ambientato nella natura, partii dal paesaggio. Osservai con attenzione come ogni suo elemento si modificasse a seconda della luce e degli agenti atmosferici e, sulla base delle informazioni raccolte, elaborai l\'aspetto dei personaggi, dando vita ad un Medioevo molto più lineare di quello fino a quel momento rappresentato\".   Limportanza del gioco di luci ed ombre in \"Ladyhawke\" la portò a una stretta collaborazione col premio Oscar per la fotografia Vittorio Storaro.   \"In Storaro trovai una persona di straordinaria sensibilità. Fummo subito daccordo sulla scala cromatica da usare e sulla luce e le tonalità che dovevano caratterizzare i vari personaggi. E un grande professionista. Ricordo, per esempio, quando a Cortina DAmpezzo ci fece attendere lalba per catturare il raggio di luce che avrebbe trasformato la principessa Isabeau (Michelle Pfeiffer) in falco. Fu unalzataccia, ma assistemmo ad uno spettacolo meraviglioso\".   Cosa la spinse a scegliere il nero per leroe del film, il capitano Navarre (Rutger Hauer)?   \"Fu una scelta dettata dall¹istinto. Il nero mi sembrò subito il colore più adatto ad esprimere il tormento interiore del personaggio. Permetteva inoltre che il cavaliere si stagliasse sugli sfondi chiari come un monumento. Mi piaceva andar contro l\'uso convenzionale dei colori, per questo decisi di abbigliare invece il cattivo del film con panni immacolati\".   E che ci dice di Michelle Pfeiffer? Fu difficoltoso trasformare lattrice, nota per i suoi capricci, in Isabeau?   \"Al contrario, la Pfeiffer fu molto paziente. Si mise completamente nelle mie mani, accettando di farsi tagliare i fluenti capelli biondi, senza alcuna obiezione. Quando vide come lavevamo conciata (sembrava avessimo usato un coltello) scoppiò in un pianto dirotto, ma ciò non influì nel nostro rapporto di lavoro, che fu bellissimo. Col passare delle settimane, inoltre, Michelle iniziò a piacersi con quella nuova acconciatura, incoraggiando la parrucchiera a renderla ogni giorno più selvaggia\".   Oltre ad una serie di abiti poveri per la Pfeiffer creò un impalpabile, bellissimo vestito.   \"Per realizzare la veste da nobildonna, conservata gelosamente da Navarre nel proprio copricapo nella speranza di poterla un giorno rivedere indosso allamata, utilizzai un tessuto proveniente dalla Germania. Era una leggerissima seta cangiante, costituita da fili arancio ed azzurri, i cui riflessi ben restituivano le atmosfere del film\".   TUTTI GLI UOMINI DI NANA Connery, Gere e \"Il Primo Cavaliere\"   Ad indossare i costumi della Cecchi sono state grandi star maschili tra cui due degli uomini più sexy del grande schermo: Richard Gere e Sean Connery. Le abbiamo chiesto di raccontarci come sono.   \"Sean Connery? Un vero professionista, ma di poche parole. LArtù che pensai per lui era minimale, solo linee e colori, nessun orpello regale classico. Pensai che un attore del suo calibro avrebbe preso male un look così dimesso, invece apprezzò molto gli abiti che avevo creato per lui. Disse che gli ricordavano quelli di un samurai\".   E Gere?   \"Vestire Richard Gere fu un piacere. Fin dalla prima prova mi confidò di trovarsi perfettamente a suo agio nei corsetti imbottiti simil-armatura che avevo realizzato per il suo Lancillotto e guardandosi allo specchio esclamò: \'Meraviglioso, sembro un motociclista del Medioevo!\'.\"   Nel realizzare i costumi de \"Il Primo Cavaliere\" a quale iconografia ha fatto riferimento?   \"Volevo evitare lo stile preraffaelita con cui gli anglosassoni sono soliti immaginare luniverso arturiano. Optai quindi per una rappresentazione fantasiosa, ma lineare. Stanca delle armature metalliche, le sostituii con corpetti di stoffa imbottiti che realizzai con un comunissimo velluto millerighe per jeans e feci poi ricoprire con piastre metalliche\".   Nella battaglia notturna che vede Lancillotto-Gere scontrarsi con Malagant, tuttavia i cavalieri indossano luccicanti armature.   \"Il regista Jerry Zucker voleva che in quella scena Lancillotto e gli altri brillassero come se fossero vestiti dargento. Lo accontentai, ma prendendomi la licenza di elaborare forme insolite, esagerate, dichiaratamente fittizie\".      
FILM E PERSONE