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Il traditore

Enrico Papi ha condotto "il Traditore", nuova trasmissione delle reti Mediaset. Se questa puntata pilota piacerà al pubblico e alla critica, andrà a completare il palinsesto di Italia 1 del prossimo autunno.

Il traditore

11.06.2001 - Autore: Roberto Denaro
Enrico Papi ha condotto \"il Traditore\", nuova trasmissione delle reti Mediaset. Se questa puntata pilota piacerà al pubblico e alla critica, andrà a completare il palinsesto di Italia 1 del prossimo autunno. Il gioco, una sorta dincrocio tra il \"Quiz Show\" ed il \"Grande fratello\", dal quale riprende e rielabora il meccanismo delle eliminazioni e dei velenosi giudizi che i concorrenti danno luno dellaltro, pur essendo completamente incentrato sul tradimento, materia alquanto scabrosa, riesce ad essere divertente, grazie soprattutto alla bravura di Papi: dopo lesperienza fallimentare di Sanremo lex cacciatore di vip, estirpato dal familiare contesto di \"Sarabanda\", colpisce nel segno , riuscendo ad essere simpatico e, ed questa è la sorpresa, a rendere credibili (quasi sempre) situazioni a volte un po troppo forzate, capace come pochi di sdrammatizzare anche i momenti di tensione che, ed è inevitabile che questo accada (proprio perché la struttura del programma richiede che ci sia astio e sospetto tra i concorrenti n.d.r), spesso si vengono a creare. La struttura del programma è semplice è di facile comprensione: si parte con Papi che presenta i dieci contendenti, reduci da una settimana di vita in comune in un casolare fuori Milano. I dieci scelgono un capo squadra che, allistante, decide arbitrariamente leliminazione di due elementi del gruppo. Gli otto rimasti, uno dopo laltro, affrontano una serie di prove di memoria e cultura, grazie alle quali possono incrementare (o rimediare magre figure in diretta tv n.d.r.) il montepremi che, alla fine, sarà intascato dallultimo dei traditori. Dopo ogni prova il fato (simboleggiato da una gigantesca spada sospesa sopra le teste dei contendenti n.d.r.)decide inequivocabilmente leliminazione di un concorrente ma, attenzione, con un\'unica deroga: i nostri, esortati dal diabolico Papi (che offre milioni a chi compie linfame gesto), possono per lappunto tradire, nel segreto del gioco, uno dei compagni che, a quel punto, potrà salvarsi solo riuscendo ad individuare, a scovare tra gli altri lautore della deprecabile, anche se remunerativa, azione. È questa la fase più cruenta, e avvincente, del gioco. A questo punto una nota: il sottofondo musicale che accompagna lintera durata della trasmissione, la nota canzone Profondo Rosso dei Goblin, rappresenta una scelta forse un po scontata ma che rende bene latmosfera di alcuni momenti dello spettacolo; come dire che ,in fin dei conti, le scelte più facili sono quasi sempre le migliori. Tornando al gioco, si procede così fino al momento in cui, per la prima volta con voto palese, gli ambiziosi traditori, rimasti in quattro, sanciscono leliminazione di un altro compagno. Il finale vede i tre traditori rimasti mpegnati al tavolo delle trattative, luogo deputato alle ultime nefandezze, dove si compiono gli ultimi tentativi di arrivare ad accordi (ma saranno poi rispettati?) per non essere eliminati e vincere così lambito premio finale, la cui entità dipenderà solo ed unicamente dallabilità dimostrata dai traditori nelle precedenti prove del gioco. Si arriva così, in un crescendo rossiniano di bassezze, scorrettezze e quantaltro di peggio la nostra tv possa offrire allo scontato, ovvio, inevitabile tradimento finale (uno dei due concorrenti non rispetta il patto e tiene per se tutto il bottino n.d.r) momento clou di una trasmissione godibile ma dal sapore irrimediabilmente falso, vista linverosimiglianza di alcune delle situazioni proposte.      
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