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IL RITMO DEL SUCCESSO

IL RITMO DEL SUCCESSO

VHS

29.03.2001 - Autore: Fabrizio Marchetti
PROFILO CRITICO Conflitti e passioni delluniverso giovanile indagati al ritmo della musica e a passi di danza. Quasi un tributo alla tradizione filmica - musicale che tra la fine degli anni Settanta e la prima metà degli anni Ottanta ci ha consegnato piccole ed intramontabili perle cinematografiche quali La febbre del sabato sera e Chorus Line. In entrambi i casi, i registi (rispettivamente John Badham e Richard Attenborough) erano ben riusciti a mescolare spettacolo e psicodramma in una sorta di composto alchemico di forte coinvolgimento emotivo. Gli espedienti artistici e tecnici utilizzati dagli autori, pur non godendo di particolare inventiva, erano comunque estremamente funzionali ad un processo di strumentale conversione del genere drammatico in commedia musicale. Un percorso, questo, che finisce per essere eccessivamente labile nella pellicola di Hytner. È fin troppo evidente che confronti generazionali diversi impongono differenti riflessioni e stili di rappresentazione (ed in questo i giovani protagonisti de Il ritmo del successo sono più vicini ai ragazzi del serial Saranno famosi), ma è altrettanto evidente che, se a mancare sono idee ed originalità, tale opera di traduzione emotiva e cognitiva della fisicità corporea viene a perdere la sua ragione dessere. Le accattivanti coreografie curate da Susan Stroman e Christopher Wheeldon, la ricercatezza stilistica della fotografia di Geoffrey Simpson (evincibile nellattenta ed armonica naturalezza del rapporto luce movimento) non bastano da sole, insomma, a contrastare i difetti di un prodotto che lamenta gravi lacune soprattutto a livello di intreccio narrativo (piatto e scontato). Celebri e poliedriche le musiche scelte da George Fenton: dal Stelle e strisce di Balanchine al classico Lago dei Cigni, da Jamiroquai a Rochmaninoff.        
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