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Gli anni'90 e l'esplosione dei comici toscani

Lo schermo comico italiano è preda di un manipolo di attori di provenienza cabarettistica e televisiva e dei cascami di quegli eroi popolari del genere che sembrano sempreverdi

Troisi

21.12.2000 - Autore: Luca Persiani
Con la fine degli anni \'80 si verifica il pressoché definitivo abbandono degli stilemi del genere comico popolare sviluppati tra gli anni \'60 e \'70 (sexy, barzellettistico, boccaccesco e così via) e gli eccessi iperbolici e volgari che ne avevano fatto la fortuna. Lo schermo comico italiano è preda di un manipolo di attori di provenienza cabarettistica e televisiva e dei cascami di quegli eroi popolari del genere che sembrano sempreverdi (come il Fantozzi di Paolo Villaggio). Orchestrati da alcuni autori di lunga esperienza e provata conoscenza del pubblico come Carlo ed Enrico Vanzina (figli del famoso Steno) Neri Parenti e Enrico Oldoini, i vari Villaggio, De Sica, Boldi, Pozzetto, Frassica, Greggio, Abatantuono e sul finire del decennio anche il redivivo Nino D\'Angelo, sono protagonisti di operazioni che, nella maggior parte dei casi, sono un insieme di gag comiche più o meno riuscite, accompagnate dallo sfoggio della starlet di turno. Il pubblico risponde molto bene ai a film come \"Vacanze di Natale\" e \"Anni \'90\", mentre la critica li stronca leggendo, nella vuotezza delle gag e nella povertà della messa in scena, il riflesso di un panorama culturale e sociale, quello italiano, ormai divenuto poco definibile e ancor meno comprensibile. Intanto nel \'94 scompare prematuramente una delle ultime grandi maschere duttili del cinema italiano: Massimo Troisi, lasciando un vuoto di ispirazione e peculiarità di stile mai riempito fino ad oggi. Nel \'98 un altro autore, Vincenzo Salemme, riporta in auge la comicità napoletana, raccogliendo un discreto successo di pubblico con il suo \"L\'amico del cuore\". Continua il suo lavoro di osservatore della realtà popolare romana Carlo Verdone, che tenta con alterne riuscite di rimettere in scena i fortunati schemi del pedinamento di personaggi mostruosi come le coppie di \"Viaggi di nozze\" o il nuovo coatto di \"Gallo Cedrone\". Parallelamente il giovane Leone Pompucci tenta di rinverdire, con una certa riuscita, i fasti della satira feroce con il suo \"Camerieri\", appoggiandosi al carisma di attori come Villaggio e Abatantuono. Con una rapidità e una forza che ha stupito molti, esplode improvviso il \"cinema dei toscani\", un gruppo di comici che hanno in comune la provenienza geografica. A parte la maschera di Roberto Benigni, che si impegna più concretamente nella costruzione di un discorso cinematografico, tanto da raggiungere il grande successo internazionale e il riconoscimento dell\'industria americana con \"La vita è bella\", il vero \"caso\" nazionale è quello di Leonardo Pieraccioni. Il suo primo film, \"I laureati\", viene distribuito con poche speranze di superare l\'ambito regionale. La pellicola invece raccoglie in poco tempo larghi consensi di pubblico e prepara la strada al successivo, fortunatissimo \"Il ciclone\". E\' un cinema scarnissimo e minimale, basato sulla quotidianità delle situazioni e sulla presenza di belle donne. Seguono altri personaggi provenienti dall\'entourage pieraccioniano, come il Massimo Ceccherini di \"Lucignolo\", o dal mondo del cabaret televisivo come il Giorgio Panariello di \"Bagnomaria\", o da aspirazioni di cinema più articolate come il Giovanni Veronesi (cosceneggiatore di Pieraccioni) de \"Il barbiere di Rio\", o ancora, ma sicuramente in un ambito diverso e con meno fortuna di pubblico, da intelligenti tentativi di riflessione sociale come il Paolo Virzì di \"Ovosodo\" o l\'Alessandro Benvenuti (attivo comunque sin dagli anni \'80) di \"Ivo il tardivo\". Un po\'in disparte rimane l\'egomania autoriale di Francesco Nuti, che si imbarca in produzioni sempre più vaste e ambiziose come \"Occhiopinocchio\", spesso disertate dal pubblico e maltrattate dalla critica. Nella seconda metà degli anni \'90 il successo cabarettistico televisivo è diventato garanzia di un passaggio al cinema, come dimostra il fenomeno del trio Aldo, Giovanni e Giacomo. Esplodono nel \'97 con \"Tre uomini e una gamba\", seguito dal nuovo successo di \"Così è la vita\", film esteticamente molto schematici ma ricchi di una comicità immediata e surreale, allo stesso tempo molto fisica e sinceramente poetica.    
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